Riflessioni in condivisione

USUFRUIRE DI QUESTO TEMPO PER ATTRAVERSARESI [percorrere passando da una parte all’altra: un confine. #1°

Covid- 19- anche in questo caso il tempo passa! Siamo alla quinta settimana da quando il governo ha posto misure preventive che chiedono alla popolazione di restare a casa in una quarantena all’inizio volontaria, poi obbligata ma doverosa e giustificata. Mi soffermerò su quello che mi compete: sul benessere alla persona.

La quarantena non è facile da accettare: la sospensione di una libertà di agire, la distanza con i propri cari, l’incertezza del presente e del futuro, la rabbia suscitata dall’impotenza, le diverse condizioni e trascorsi sia psichici che materiali creano approcci e modalità di affrontare l’emergenza per tutti diversamente. Presenti e comprensibili sono i momenti di sconforto, emozioni complesse da trasformare in sentimenti di amorevolezza propria e altruistica per ricavarne potenziale positivo e motore creativo per coltivare passioni e , perchè no, scoprire nuove possibilità. Siamo chiamati, senza più nessuna remora, alla scoperta autentica di noi stessi e del nostro potenziale al fine di ottenere benefici che non si limitino al presente ma che possano diventare delle buone abitudini, con occhi da osservatori e agire da buon pensatori.

Prendiamoci Cura

etimologia

cura s. f. [lat. cūra]. – 1.a. Interessamento solerte e premuroso per un oggetto, che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività. b. Riguardo, attenzione: conservare, custodire con c.; aversi c., avere riguardi per sé stesso, e soprattutto per la propria salute. c. Impegno, zelo, diligenza. 2. a. Il complesso dei mezzi terapeutici che hanno il fine di guarire una malattia. b. Uso continuato di un rimedio 3. letter. Pensiero molesto, affanno, preoccupazione (conforme al sign. latino del termine)…

Trovo molto interessante la dualità del significato, come due lati della stessa medaglia. Da un lato abbiamo l’interessamento ad un oggetto che ci impegna, a cui rivolgiamo le nostre premure e, nel senso letterario, rischia di diventare un ossessione, smarrendo lo scopo della nostra attenzione. Esagerare e divenire maniacali può essere un rischio e può allontanarci completamente dal nostro obiettivo. Cerchiamo di rimanere coerenti e proviamo a non essere sopraffatti dalle sensazioni e percezione.

Se rifletto sul quotidiano, se rivolgo uno sguardo alla vita di tutti i giorni l’attività fisica prende un ruolo importante che mi fa sentire, sicuramente, molto più felice , in quanto rilascia endorfine, stimola la serotonina e mi “sazia”. Mi rifugio nell’attività fisica come valvola di sfogo, come mezzo per cancellare la lista delle cose da fare marcate su di una lavagna che non so organizzare.

“Non ho mai fatto così tanto sport, uscirò da qui con un culetto di marmo e doppio mento!” cit. facebook

Bhè, in queste giornate come su montagne russe, mi sono affannata e persa nella tormenta che rende tutto sordo e aumenta la cecità rispetto al mio orizzonte. Forse è stata un estremizzazione o forse no! non mi importa ma oggi osservo quanto stia trascurando una parte che amo e che credo fondamentale: la respirazione, la percezione di dove e come sento il mio corpo rispetto lo spazio interno – esterno che mi circonda.

La mia ricetta? Armonico

La dimensione vitale della danza, del movimento naturale e genuino permette di rilasciare tutte le emozioni e sentirsi liberati. Alle volte si passa attraverso la gioia, la frustrazione, ci si sente amareggiati, incazzati, qualunque sia il sentimento il movimento spontaneo si mostra come una lente di ingrandimento in cui la percezione è presenza e verità di quel momento preciso ha diritto di esprimersi e generare. Non abbiamo bisogno di un palcoscenico o di un teatro, abbiamo un contenitore che può diventare vastissimo e capace di trasportar in luoghi assai remoti e variopinti. E’ il nostro corpo, la pelle con cui ci proteggiamo e creiamo confini.

Posizioniamoci in un luogo adatto per accogliere la nostra custodia. Osserviamo lo spazio intorno a noi, da cosa è composto, se caldo- freddo, il pavimento? In base alle possibilità della giornata come ci collochiamo nell’ambiente? La scelta solita per me è restare eretta, con le ginocchia flesse verso le dita al pavimento, la testa che ricerca il sole come un fiore che si deve nutrire, i piedi si allargano e piano piano penetrano nella terra come se si facessero radici, così da scaricare il peso a terra. Un’altra possibilità è sdraiarsi al pavimento, più adatta per chi inizia a praticare, permette un maggiore contatto e sguardo interno. Cmq sia mettiti come sei più comodo e pensi sia il tuo modo di concentrarti e attiva le antenne propriocettive.

…tutto ciò che, ora, attiveremo è un canto interno come campanule che si risvegliano dopo l’inverno, il primo sbadiglio della giornata, il crepitio del fuoco che quieta il battito, il pensiero che ci fa rallentare. In questa dimensione identifica le diverse materie di cui siamo composti, i colori che ci appartengono, i moti vibrazionali e tutto ciò che caratterizza quel calmo momento. Consapevoli che è mutevole, permuta nel tempo e nello spazio, difficilmente saremo copia stampata. Lasciamo che le onde, i respiri, si infrangono sulle rocce, che nel nostro caso sono gli organi, lo spazio vuoto, le fibre muscolari, la pelle, le fasce…. lo sò sto correndo troppo!!!

E’ un lavoro complesso, meditativo, immaginativo che ci permette di creare quella mappatura di flussi attivatori che lasciano attraversare il respiro all’interno del corpo portandolo alla vitalità e diffondendo all’esterno. Concentrazione ed espansione sono le direzioni di ogni fenomeno che si muovono in un moto rotatorio. Ogni funzione si esprime in fisicalizzazione e spiritualizzazione centrifuga e centripeta in una dimensione di spazio e di tempO

1° ATTO – Celebrare e nutrire la casa, luogo predisposto per attraversarci e ascoltare.

come posso star meglio

Essere curiosi è un buon inizio! Accogliamo ciò che prima avremmo giudicato, magari scopriamo che è un buon esercizio anche per la nuova normalità. Mi impegno su ciò che sento adatto e facilitante per il mio agire quotidiano, ahimè pur riconoscendo l’impegno che tutto ciò richiede e lo sforzo in certi momenti.

Abituarsi ad apprezzare la semplicità, l’essenziale potrebbe migliorare la qualità della vita nella sua globalità: sia alimentarmente, fisicamente rinforzarmi e resistere, dedicare il giusto (fisiologico) tempo al sonno, una vita di relazione positiva con la famiglia, amici, colleghi vicini o distanti.

Una vita ricca di esperienze cognitive, motorie, sociali, affettive, somatiche favorisce i fenomeni di plasticità cerebrale e protegge dalle malattie neurodegenerative. In momenti come questi è bene mantenere il giusto allenamento, uno spirito che sa alleggerirsi mantiene in equilibrio il corpo quanto la mente.